Banca e Territorio
04/10/2010
Raccolti 12 metri cubi di rifiuti sulle spiagge e alla Cona

STARANZANO Gli “spazzini” dell’ambiente hanno recuperato in due giorni oltre 12 metri cubi di rifiuti sulla spiaggia di Marina Julia, il lido di Staranzano e l’isola della Cona. Solo ieri sono stati raccolti più di quattro cubi, sistemati in sacchi e ammucchiati lungo l’argine dell’Isonzo pronti per essere prelevati oggi da un’imbarcazione. L’iniziativa ambientalista, che ha coinvolto 150 persone compresi gli alunni delle scuole medie Randaccio di Monfalcone, dell’Alighieri di Staranzano e dell’elementare di lingua slovena di Vermegliano, si inquadra nell’ambito di “Puliamo il mondo” l'edizione italiana di Clean Up the World. Il più grande appuntamento di volontariato ambientale promosso in collaborazione con Legambiente – Circolo “Green Gang” Monfalcone e con il patrocinio di Iris, Apt e Bcc di Staranzano e Villesse. Legambiente ha già in programma a primavera 2011 di promuovere una giornata con la Provincia di Gorizia, coinvolgendo in prima persona l’assessore all’Ambiente Mara Cernic e tutti i Comuni fluviali dell’Isonzo, sia per effettuare la pulizia degli argini sia per far conoscere le zone che tanti ancora non conoscono. «Togliere i rifiuti che spiaggiano nella Riserva arrivati dal mare o dai fiume – afferma Michele Tonzar, responsabile isontino di Legambiente - è stata un’operazione estremamente complicata, anche perché la maggior parte del materiale si è fermato in zone fangose, accessibili solo con gli stivali. L’area, inoltre era resa ancora più difficile a seguito dell’esondazione nei giorni scorsi dell’Isonzo. Purtroppo – sottolinea Tonzar – La Cona paga per l’incuria di tanti che gettano le immondizie dappertutto, mentre il mare le porta a riva. Siamo rimasti meravigliati della grande quantità di retine di plastica utilizzate solo dalla mitilicultura per raccogliere cozze. Non è un bello spettacolo – dice Tonzar - anche per gli stessi mitilicultori trovarsi tra gli allevamenti questo materiale». Tra i rifiuti spiaggiati fino all’osservatorio del Cioss c’erano anche boe di ferro, vasi di fiori (vuoti), un bidone che conteneva ancora residui di idrocarburi, bottiglie e borse di plastica e soprattutto tanti cocci di vetro. Un pericolo per gli animali della Riserva per i quali è molto facile che si possano ferire. Tra i volontari c’era anche Nicola da Treviso: «Non pensavo che ci fosse tanta incuria della gente e poco rispetto per l’ambiente. Almeno una volta all’anno renderei obbligatorio queste pulizie». E Lucia da Roma afferma: «Tutti dovrebbero avere una coscienza ambientale. Con queste iniziative cerchiamo innanzitutto di dare il buon esempio».  2010-10-04 - Il Piccolo